venerdì 9 luglio 2010

La quadratura.


Ho sempre cercato di regolare e spiegare ogni cosa. Per esempio, ogni cosa che dico, da sempre, cerco di proferirla chiaramente, giocando con i toni e le pause, pesando le parole e cercando di essere preciso nel messaggio che voglio comunicare: cerco sempre la correttezza semantica e, a volte, anche quella sintattica, quando lo ritengo necessario.
Questo è un mio modo di mettere ordine nelle cose, in quanto penso che siamo invasi dall’entropia. Sia chiaro: non lo faccio per spirito di solidarietà verso l’universo, nè tantomeno perchè sono un masochista. Lo faccio perchè sono spinto inconsciamente a mostrare ordine quando di ordine nella mia vita, in teoria e in pratica, non ce ne sta neanche un po’. Niente. Manco il plasma.
Sempre preciso, obiettivo, razionale, critico e (non mi risparmio niente) anche noioso, antipatico, scortese. Per una lista completa, dovrei chiedere incessamentente alle persone che mi stanno vicino. In tal modo mi renderei ancora più rompiballe.
Insomma, da sempre alla ricerca della quadratura del cerchio, noto che nella mia vita invece non quadra nulla. Il giorno scorre inesorabilmente e velocemente, ma le azioni e le vicende personali che dovrebbero segnarne il fluire, sembrano inutili, vuote, di poca importanza.
Tante mete, poche quelle raggiunte e molte quelle apparentemente molto distanti. Tanti sogni (ad occhi aperti), ma con la paura, in certi momenti sconfortanti, che rimarranno tali. E intanto il tempo passa, ti rendi conto che più invecchi meno forza e voglia avrai di cambiare e costruire. E giù, sempre più giù; inizia la spirale viziosa che ti sfianca di più e ti affoga nella tua stessa stupidità.
Si, proprio stupidità. Perchè mi rendo conto che non è colpa della natura leopardiana o della società oppressiva fatta di homini, hominis lupi, come direbbe Locke al plurale. Il problema sono io, perchè mi rendo conto che se fossi meno str@@zo, meno composto, un po’ irrazionale, se mettessi un po’ di grinta in più in tutto qullo che faccio, anche in quelle cose quotidiane e ordinarie, senza per forza aspettare la grande occasione, mi accorgerei che le cose di sempre sono esse stesse importanti e possono portare a grandi risultati. In fondo lo sviluppo di un albero secolare parte da un minuscolo seme. Così lo stesso per le frequentazioni, i pensieri, gli studi, gli scritti.
Non è un ragionamento banale, anzi mi rendo conto che è valido. Solo che tra dire e il fare…

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