giovedì 19 agosto 2010

Gli spaghetti e la felicità


Questo non è un periodo roseo, per voler usare un eufemismo. Tuttavia ci sono momenti nella giornata - ma sono solo attimi, beninteso - in cui capisci veramente cosa è la felicità.
Per esempio, quando insegni a tua figlia a mangiare gli spaghetti e noti che lei ci trova gusto, molto gusto. Mica le solite pappine che prepara la mamma.

mercoledì 18 agosto 2010

Pace e guerra.

fonte: http://www.flickr.com/photos/fra30/311901032/

Mi hanno molto colpito, oggi, le parole di un giornalista (che purtroppo non ricordo), riguardo la pace e la guerra. Mi viene da pensare come questa nostra società abbia sempre confuso l'eufemismo con l'ipocrisia, privilegiando quest'ultima come unico metodo per confondere o assopire le nostre coscienze.
Perchè, se da un lato parlare di "operatore ecologico" anzichè di spazzino o di "assistente" per indicare un subordinato aiutante di officina rientra nella casistica delle espressioni eufemistiche più conosciute ed evocano chiaramente e lucidamente i loro reali significati, dall'altro la stessa cosa non si può dire per altre locuzioni comuni, ideate e coltivate per nascondere il loro vero e macabro significato.
Facciamo un passo indietro, molti anni fa (e neanche tanti) si parlava spesso di guerra (come mezzo di offesa e/o difesa), si richiamava alle armi tanta gente, si costruivano navi e carri armati, si spendevano tanti soldi. Tutte queste parole evocavano tristi e dolorosi significati: vengono alla mente le scene strazianti di persone impaurite e indifese, di bambini che pativano la fame e il freddo, di mogli e madri private dei loro mariti e figli, di sangue, di feriti, di malattie, di povertà, di distruzione, di odio e disprezzo, di armi, di morti.
Oggi invece, in questo mondo moderno e migliore, ci sono leggi e organismi internazionali, c'è meno ignoranza e più conoscenza della storia, e gli stati e i popoli che una volta facevano sempre alla guerra hanno capito tante cose interessanti. Si, hanno capito che non ha senso farsi la guerra e preferiscono fare "le missioni di pace". Caspita.
Adesso si preparano e si armano eserciti di professionisti, si costruiscono caccia e missili, si investono ingenti capitali. Queste espressioni sembrano dei timidi eufemismi, ma se ci soffermiamo un poco capiamo subito dove sta l'inganno. Oggi come allora, ci sono persone impaurite e indifese, ci sono bambini affamati e mutilati, ci sono mogli e madri che piangono i loro figli e i loro mariti, c'è il sangue e i feriti, le malattie, la povertà, la discriminazione, l'odio e il razzismo, l'ideologia e il fondamentalismo, le armi e la tecnologia, i morti.
Oggi come allora, non ci sono nè vincitori e vinti, ci sono solo perdenti.

martedì 17 agosto 2010

Chi siamo


Cio' che siamo realmente lo sappiamo soltanto noi. Parte di cio' che siamo trapela dalle nostre conversazioni, dai nostri disegni, dalle nostre lettere e dal nostro comportamento con gli altri. I dettagli sul nostro passato, chi amiamo, cio' che ci piace, dove siamo stati e dove stiamo andando sono frammenti della nostra esistenza. Oggi piu' che mai questi dettagli si spostano sotto forma di bit su reti di computer. Lentamente, ma inesorabilmente, i particolari della nostra vita si ritrovano insieme nell'enorme magazzino di dati che si sta evolvendo sulla rete. Piu' questi dettagli contengono informazioni su di noi e piu' si uniscono a formare veri e propri simulacri di noi stessi (...)"


Tratto da Crittografia Invisibile ed Informazioni segrete di Peter Wayner, McGraw-Hill editore.

lunedì 16 agosto 2010

L'amore e il sesso


fonte http://www.flickr.com/photos/samiksha/377561098/

Mi interrogo in questi giorni sulla differenza tra fare l'amore e fare sesso. Tanti modi per esprimere un'azione che per molti si riconduce ad una semplice ricerca.
Io penso che fare l'amore significhi qualcosa di molto complesso, difficile da descrivere. Posso solamente dire che esso debba implicare una condivisione delle emozioni: non si chiede di ricevere piacere ma si cerca di darlo e riceverne partecipando con intimità; si cerca e si dà il piacere fatto anche di carezze, sguardi e baci non solo erotici, complicità. Esso costituisce una sorta di comunicazione di emozioni, di sentimenti, di piacere, di desiderio in forma non verbale.
Fare sesso invece è semplicemente la ricerca del proprio piacere e la persona che sta con te è soltanto il mezzo per avere questo piacere. E non si ha bisogno di intimità o compagnia, si può consumare ovunque, anche da soli, e, ricevuto quel piacere effimero, tutto finisce li, niente rimane alla memoria. Non si cercano le emozioni, nemmeno quel brivido caldo che ti accompagna alla fine, quell'appagamento dei sensi che non ti fa pensare ad altro, ma solo la sola stimolazione "meccanica"
Forse, in rapporti consolidati da molto tempo, alla fine si fa del sesso mentre l'amore è trasmesso nella semplice quotidianità di tutti i giorni fatta di attenzioni, gesti e condivisione della propria vita.

PS: La didascalia alla foto su flickr è la seguente:
The Egyptians believe that the wedding ring is worn in the left hand because the vein from the third finger on the left hand is the vein that goes straight to the HEART, the vein of Love.

venerdì 6 agosto 2010

Le quattro


Le quattro. Il gallo inizia a cantare preannunciando l'alba di un altro giorno; tutto è immerso nella calma senza silenzio; a parte il suono metallico del cancello sbattuto dal vicino che si ritira dalla consueta baldoria notturna, vibra nell'aria un fruscio di foglie accompagnato da un rumore indistinguibile di chiacchiericcio di animali mischiato a quello di motori di elicotteri instancabili.
Tra poco questa parte di mondo inizierà la solita e, per molti aspetti, illogica sequela di azioni quotidiane.

Dovrei essere a letto; questa notte sono stato combattuto tra due opposte e contraddittorie tendenze. Anzi è contraddittoria, per non dire semplicemente strana, la stessa situazione che si viene a creare. Ebbene, mi corico, le mie membra stanche iniziano a godere rilassandosi sul materasso rigido ma comodo; si sta bene, non c'è caldo e il sonno dovrebbe impossessarsi da subito di me, portandomi in un'altra dimensione, spesso priva di sogni e azioni, ma comunque capace di rinfrescare il fisico e la mente. Ma non avviene; l'organismo, quasi per una voglia di protesta, non vuole cedere; vorrebbe godere dell'effetto riparatore di Morfeo, ma non molla. Sopraggiunge, così il nervosismo smanioso che mi fa alzare.

In veranda, il vento si alza; sopraggiunge una temperatura fresca, quasi spiacevole, accompagnata dal ronzio delle zanzare (a quelle niente dà fastidio, ma te le ritrovi sempre presenti quando vuoi stare un po' per i fatti tuoi), dopo alcune ore strascorse a navigare e a riflettere, incomincio a meditare che forse il mio inconscio si è arreso e adesso non opporrà alcuna resistenza allo svolgersi di azioni consuete e necessarie.

Occorrono energie e lucidità: un altro giorno sta per iniziare e, se vogliamo che sia costruttivo e interessante, che lasci un piccolo contributo, è meglio riposare.

Però, mannaggia, quanto è piacevole questa malinconica e sonnolenta situazione, in cui, chino sulla tastiera del notebook, ti vedi intento a riflettere e a scrivere.

L'incontro

Ad alcuni potrebbe suscitare vergogna, ma a me fa sorridere come la stampa estera, parlando di personaggi importanti della politica del mio Paese, anzichè soffermarsi sui fatti salienti e importanti per le reciproche nazioni o per il mondo intero (in questo periodo piuttosto critico), scivoli su notizie e situazioni poco encomiabili, imbarazzanti direi. Li prende e li inserisce spudoratamente nel discorso senza che, sembra, non ci azzeccano nulla, ma dimostrano come realmente tengono in considerazione i personaggi oggetto dell'articolo.
Come si dice dalle mie parti, fatti a nomina...

mercoledì 4 agosto 2010

Diu ni scansa

Diu ni scansa di fimmini tinti, 
d'omini spani, 
di surdi finti, 
di mali cristiani;
di figghi rummulusi, 
di scarpi stritti, 
di monachi pulacusi, 
di 'ttaccacravatti;
di gnuranti prisintusi, 
di minzugnari, 
di parrini ziccusi, 
di stritti cumpari;
di pani muffutu, 
di vino 'citusu, 
di viddanu arriccutu, 
di sinnacu piducchiusu.

martedì 3 agosto 2010

La viltà

Dal sito de "Il Messagero"

ROMA (30 luglio) - «Le dichiarazioni rese da Gianfranco Fini sono, nello stesso tempo, una prova di debolezza e un atto di viltà politica. L'unica cosa dignitosa, per Fini, sarebbe stato dare le dimissioni da presidente della Camera: ma Fini ha scelto di restare aggrappato alla sua poltrona. Brutto spettacolo, che gli italiani giudicheranno con giusta severità», ha detto Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.

«Al di là delle fumisterie, dei diversivi e dei numeri sparati qua e là, c'è un solo fatto chiaro, che non può essere occultato dai finiani: una pattuglia di parlamentari ha sfidato la pazienza degli elettori, cercando ogni giorno di seminare zizzania in una maggioranza largamente scelta e riconfermata dai cittadini», ha continuato Capezzone. «Gli italiani saranno giudici severi di questi comportamenti, ed è bene che i cosiddetti finiani comincino a capire che non hanno scelto solo di separarsi da Silvio Berlusconi e dal Pdl, ma da sentimenti e dalle ragioni della stragrande maggioranza degli italiani».

Queste affermazioni, benchè formalmente severe e astiose, sfiorano il ridicolo e l'inconsistenza, per non dire l'ipocrisia. Boh, sarà perchè le ha dette lui.