mercoledì 18 agosto 2010

Pace e guerra.

fonte: http://www.flickr.com/photos/fra30/311901032/

Mi hanno molto colpito, oggi, le parole di un giornalista (che purtroppo non ricordo), riguardo la pace e la guerra. Mi viene da pensare come questa nostra società abbia sempre confuso l'eufemismo con l'ipocrisia, privilegiando quest'ultima come unico metodo per confondere o assopire le nostre coscienze.
Perchè, se da un lato parlare di "operatore ecologico" anzichè di spazzino o di "assistente" per indicare un subordinato aiutante di officina rientra nella casistica delle espressioni eufemistiche più conosciute ed evocano chiaramente e lucidamente i loro reali significati, dall'altro la stessa cosa non si può dire per altre locuzioni comuni, ideate e coltivate per nascondere il loro vero e macabro significato.
Facciamo un passo indietro, molti anni fa (e neanche tanti) si parlava spesso di guerra (come mezzo di offesa e/o difesa), si richiamava alle armi tanta gente, si costruivano navi e carri armati, si spendevano tanti soldi. Tutte queste parole evocavano tristi e dolorosi significati: vengono alla mente le scene strazianti di persone impaurite e indifese, di bambini che pativano la fame e il freddo, di mogli e madri private dei loro mariti e figli, di sangue, di feriti, di malattie, di povertà, di distruzione, di odio e disprezzo, di armi, di morti.
Oggi invece, in questo mondo moderno e migliore, ci sono leggi e organismi internazionali, c'è meno ignoranza e più conoscenza della storia, e gli stati e i popoli che una volta facevano sempre alla guerra hanno capito tante cose interessanti. Si, hanno capito che non ha senso farsi la guerra e preferiscono fare "le missioni di pace". Caspita.
Adesso si preparano e si armano eserciti di professionisti, si costruiscono caccia e missili, si investono ingenti capitali. Queste espressioni sembrano dei timidi eufemismi, ma se ci soffermiamo un poco capiamo subito dove sta l'inganno. Oggi come allora, ci sono persone impaurite e indifese, ci sono bambini affamati e mutilati, ci sono mogli e madri che piangono i loro figli e i loro mariti, c'è il sangue e i feriti, le malattie, la povertà, la discriminazione, l'odio e il razzismo, l'ideologia e il fondamentalismo, le armi e la tecnologia, i morti.
Oggi come allora, non ci sono nè vincitori e vinti, ci sono solo perdenti.

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