giovedì 29 dicembre 2011

Stanchezza

Quello che c’è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio’ che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C’è senza dubbio chi ama l’infinito,
c’è senza dubbio chi desidera l’impossibile,
c’è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere…
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita…
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza…
Fernando Pessoa

lunedì 7 novembre 2011

Il merito


Dopo tutto, un grosso merito deve essergli riconosciuto. A scanso di equivoci, non è quello che potete direttamente collegare all'immagine mostrata: la situazione è tutt'altro che divertente e lui non fa più ridere. Semmai dobbiamo riconoscergli il fatto di aver portato l'Italia, la sua situazione finanziaria e la ridicola situazione amministrativa al top dell'attenzione mondiale.
Sembra - molto realisticamente, purtroppo - che la crisi del debito italiano sia direttamente causa della instabilità dei mercati di questi giorni, tanto da far preoccupare anche le altre economie europee, importanti pedine di un domino catastrofico. La preoccupazione, alimentata da una forte speculazione, tuttavia non è legata immediatamente ad un rischio di default dello stato italiano, ma al fatto che l'Italia è la terza economia dell'UE che presenta però il terzo debito pubblico eruopeo; in altre parole, talmente grande che è difficile pensare ad un aiuto da parte dei nostri partner europei.
Sembra - si badi bene che non è solo una mia impressione - che un cambiamento del comando, un dietrofront immediato e coraggioso, una novità in termini di governance, possano dare una rinfrescata all'immagine ingiallita del Bel Paese (e non solo nei suoi aspetti economici e finanziari), tanto da migliorarne la credibilità (e la solvibilità?).
Dopo tanti anni puoi dare realmente una spinta all'economia italiana, un impulso ai mercati, puoi rendere migliore questo paese sulla scena mondiale, puoi addirittura dare un contributo notevole alla sconfitta della crisi economica mondiale di questi anni, puoi migliorare la società dal punto di vista etico e morale e chissà cos'altro. Hai il potere di fare tutto questo immediatamente, da solo, senza gli ostacoli del parlamento o della magistratura, senza vincoli della Costituzione, senza l'opposizione della sinistra (quale sinistra?) , senza affaticarti o impegnarti troppo.
Allora che aspetti?

domenica 24 luglio 2011

Matrix docet




non mi dica che è l’amore, illusioni, sig. henderson, temporanei costrutti del debole intelletto umano che cerca disperatamente di giustificare un’esistenza priva del minimo significato, ogni costrutto è artificiale quanto matrix stessa, anche se devo dire che solo la mente umana poteva pensare un a scialba illusione come l’amore……” (Matrix revolutions)

sabato 16 luglio 2011

Il fiato.


Incroci il suo sguardo e ti blocchi. Il cervello e il mondo istantaneamente si fermano. Ti manca il fiato per quell'attimo. Brevissimo ma intenso, che ti strugge, magari ti stupisce, ma ti prende.
Ti perdi in quel blu, vorticoso mare, onde altissime e vento di tempesta ti spazzano via, portandoti su lidi franosi.
La ami sempre, sempre di più. Sospiri e pensi: ma Lei mi ama magari altrettanto? Pensieri inutili e distruttivi si affollano sul lobo temporale: macchè non mi ha mai amato; gli altri vengono prima; la lontananza rafforza un rapporto e fa capire veramente quanto qualcuno o qualcosa sia importante; ma che vuole da me, io non sono un grande uomo, non posso fare miracoli, non ci capisco nulla.
Piccolo e ingenuo, testone e permaloso, superbo ed egoista. Questo sono.
E Lei invece è piena zeppa di difetti, potrebbe comportarsi meglio con me, potrebbe mitigare un po', essere più comprensiva, capirmi, comprendermi, toccarmi, coccolarmi, seguirmi, ascoltarmi, amarmi. Potrebbe molte altre cose, potrebbe essere perfetta, come vorrei io, come la Gioconda di quell'artista.
Invece, guardi quel blu. Più belli delle stelle roteanti nel dipinto di quel tale genio impazzito.
Ma l'amore di per sè è perfetto? Genera perfezione? Sicuramente genera sentimenti emozioni, passioni; genera apprensione, ansia, speranza, genera confusione e caos.
Ti accorgi, quotidianamente che Lei è molto meglio di te. Lei e solare, decisa, intelligente. Lei è anni luce diversa da te. Lei è perfetta, sei tu che devi migliorare. E questa distanza distrugge, svuota, sfianca.
Resta solo la speranza in questa spiaggia desolata, quella che si concretizzi la remota possibilità che un giorno, anche se lontano, possa finalmente essere tua, in rapporto pari, stabile, intenso.

Il puntino.

Dove siamo, dove andiamo, chi incontriamo. Ti fermi un attimo e ti volti indietro a scrutare nel grigio qulacosa, per capire, per sapere. Sbaglio, faccio bene, tutto a rotoli, ma tutto però non va male.
Alcuni ti giudicano, altri ti invidiano, altri ci scherzano su: ma sei scemo, ma come fai a lamentarti?
Già. Eppure sento che qualcosa non và, non negli altri, ma in me. Il problema sono io, si sto bene, tutti stiamo bene, ma mi manca qualcosa.
Ma che dici? Ti ripetono, stupidamente. Hai tutto, tutte le piccole cose che non tutti hanno. Almeno non tutte assieme.
Ma qualcosa non và; forse sono gli altri, ma più specificatamente sono io.
Rivoluzioniamo, cambiamo, tentiamo. Insomma facciamo, perchè, in modo antigattopardiano, tutto rimanga lo stesso, ma cambi, migliori. Perchè tutto sia percepito come migliore, perchè si trovi (senza il "si" magari) un punto di equilibrio.
Niente successi nè palcoscenici, niente donne prostrate e dispnibili, niente adulazioni, niente inutili ricchezze e materialità vuote di sentimenti e speranza. Niente di tutto ciò, solo un po' di equilibrio, per le emozioni, per le passioni, per i sentimenti, per gli studi, per la famiglia, per gli affetti, per me.
Nient'altro.

mercoledì 20 aprile 2011

Amare è.

Amare non è servire nè rendere schiavi,
non è arricchirsi nè privarsi,
non è unire nè dividere,
ma condividere.

Amare non è per forza
nè per debolezza,
ma per gioire.

Amare non è lui
nè lei,
ma è assieme.

Amare non è matematica nè poesia,
non è perfetto nè esatto,
è completarsi.

Amare non regala niente,
esige soltanto,
un bisogno incontrollabile
di piacere e necessità.

Amare nasce nel cuore,
fa fremere il corpo,
intontisce la testa,
sfianca l'anima
ma non indebolisce, non sbalordisce, non spazientisce.

Amare è anche illusione,
speranza e desiderio,
inconsistenza dello spirito.

venerdì 15 aprile 2011

Stay human.

Non c'è altro da dire. La sorpresa, la commozione che questa atrocità, commessa in pochissimo tempo con molta ma molta stupidità e ferocia, mi lascia sbigottito; trattengo a stento le lacrime.
Non lo conoscevo, nemmeno conosco e capisco cosa vuol dire fare il lavoro che faceva lui.
Nonostante tutto, quanto gli è accaduto mi ha colpito; mi ha colpito come degli animali del tipo 'homo sapiens' hanno barbaramente ucciso un essere umano che impiegava il suo tempo e le sue energie per migliorare e confortare la vita di altre persone, insegnando a tutti, anche a quelli come i suoi carnefici, cosa significa umanità, democrazia, felicità.
E quelli per tutta risposta lo hanno ucciso.

Restiamo umani, che è meglio.

PS: da visitare http://guerrillaradio.iobloggo.com

mercoledì 30 marzo 2011

Il nucleare.

fonte: nytimes.com



Non si può certo dire che gli esseri umani non amino il rischio. Anni e anni di esperienza, di avvertimenti, catastrofi su catastrofi che si avvicendano, esperimenti, malattie che proliferano, stranezze varie e chi più ne ha più ne metta. Ma niente, con lenta stupidità, il genere umano ci ricasca, anzi continua imperterrito, con brevi e inutili pause, sempre lanciato a folle velocità contromano nell'autostrada della pazzia tecnologica.
Sia ben chiaro: con questo non voglio avversare lo sviluppo tecnologico o la ricerca scientifica, in maniera cara a certi ambienti ottusi e ipocriti. Tutt'altro! Io sono un sostenitore (accanito) della scienza, del sapere, della scoperta e del miglioramento sociale, economico e umano che può scaturire dalla conoscenza in generale. In queste righe non voglio parlare di questo, ma della pazzia congenita e bieca di qualcuno accompagnata dalla rassegnazione e dalla ignoranza degli altri.
Il nucleare in tutte le forme che la tecnologia oggi e nell'immediato futuro può realizzare è pericoloso, dannoso, inquinante, insalubre, rischioso, mortale, dispendioso, antidemocratico.
L'energia che viene prodotta per reazione a fissione è costosa.
La radioattività che se ne produce è incontrollabile e pericolosa per la salute delle persone e degli esseri viventi in generale.
Ogni impianto a reazione produce scorie che in pratica restano pericolose e inquinanti per sempre.
Non è possibile, in fase di progettazione di una centrale, prevedere e/o escludere qualsiasi evento futuro che comporti un qualsiasi rischio, seppur minimo.
E' invece possibile, con minori costi, con minore risorse umane, con minore dipendenza da terzi per il rifornimento di combustibile, con ottima resa energetica, con minore impatto ambientale, con inquinamento zero, la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Di questi giorni è la notizia delle conseguenze del nefasto terremoto giapponese; di oggi invece la notizia che gli effetti della tragedia nucleare sono giunti in Italia. Ne parla solo una testata; si tratta di piccole tracce, innoque per la salute, dicono. Siamo di fronte ad una tragedia epocale, eppure da più parti si tace, si minimizza, si rassicura.

Io non voglio il terrore, la stupidità, l'ignoranza, la malattia nel futuro dei miei figli.
No al Nucleare. A quando una svolta epocale ?