sabato 2 ottobre 2010

La solitudine

La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice.
José Saramago

Fanno molto riflettere le parole di Saramago, stimolano all'analisi di quello che realmente voglia dire. La solitudine è qualcosa di difficile da spiegare, non può essere definita concettualmente e oggettivamente in modo assoluto, proprio perchè non è una situzione assoluta e stabile.
Essa è una condizione soggettiva, che viene percepita e interiorizzata, fatta proprio da coloro che, ad un certo putno del proprio agire, se ne rendono conto. Si tovrano in una piazza affollata ma sono soli, perchè non hanno un legame o non ricevono un legame da alcuno nella piazza. Perchè il legame, il contatto, non è qualcosa di fisico, è la sensazione che qualcosa o qualcuno ci ha notati, sta cercando di capire quelle parole assurde e incomprensibili (a volte pure a noi) che stiamo dicendo, che stiamo pensando. Sta cercando, con uno sforzo particolare, di comprendere, non solo udire o vedere.
Ecco, quando uno ha qualcuno o qualcosa, vicino o lontano geograficamente, che cerca di ascoltarti, non è solo, anche se, poi, non fa niente, anche se, noiosamente, non agisce, non interviene ulteriormente per capire, per aiutare, per cambiare, per curiosare.
La solitudine è la mancanza di link, è la sensazione che tutti hanno bisogno di te, ma nessuno, veramente, senza ombra di giudizio o di critica, ha mai cercato di essere in te.


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