mercoledì 13 novembre 2013

Lo studio/3


Facebook è sicuramente un nuovo modo di comunicare e relazionare, tuttavia è sicuramente più adatto a fomentare populismi e qualunquismi.
Per esempio un commento come quello nell'immagine precedente mi fa pensare, alla luce del periodo storico che viviamo e per le caratteristiche tipiche della società italiana, di avere ragione. Infatti un'analisi critica metterebbe in evidenza che:

1) è vero che l'intelligenza non si studia; l'intelligenza, termine molto difficile da definire, è qualcosa che si ha e che si può, tuttavia, migliorare o addirittura non utilizzare, ma sicuramente esiste in molte forme e abilità. 
2) chi è risucito a mettere su un'azienda od un'attività di successo economico non è sicuramente stupido, anzi è un persona con notevoli capacità imprenditoriali e relazionali (un altro aspetto dell'intelligenza, assieme a quello musicale, artistico, matematico, spaziale....);ha sicuramente un'ottima abilità a fare soldi;
3) tuttavia, per necessità pratiche, avrà indubbiamente avuto bisogno di persone laureate o almeno specializzate e con un minimo di istruzione comunque in grado di svolgere le mansioni che le venivano offerte; queste decine di lavoratori, più istruiti, che non si sono arricchiti come il loro datore di lavoro, non sono sicuramente più stupidi (anche se potrebbere benissimo esserlo). L'intelligenza non ha unità di misura, per cui non ha senso quantificarla in dollari o, tantomeno, in posti di lavoro prodotti. 
4) Si confonde sempre (tipico del qualunquismo la mancanza di senso critico) l'avere con l'essere. A mio avviso essere e diventare non sono concetti equivalenti, come non lo sono essere e avere.
 Io, comunque, preferirei essere (!) simile ad (o meglio, abile come) un van gogh, un gandhi, un camilleri, un dottorando in matematica, etc., che ad un bill gates.

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