sabato 16 luglio 2011

Il fiato.


Incroci il suo sguardo e ti blocchi. Il cervello e il mondo istantaneamente si fermano. Ti manca il fiato per quell'attimo. Brevissimo ma intenso, che ti strugge, magari ti stupisce, ma ti prende.
Ti perdi in quel blu, vorticoso mare, onde altissime e vento di tempesta ti spazzano via, portandoti su lidi franosi.
La ami sempre, sempre di più. Sospiri e pensi: ma Lei mi ama magari altrettanto? Pensieri inutili e distruttivi si affollano sul lobo temporale: macchè non mi ha mai amato; gli altri vengono prima; la lontananza rafforza un rapporto e fa capire veramente quanto qualcuno o qualcosa sia importante; ma che vuole da me, io non sono un grande uomo, non posso fare miracoli, non ci capisco nulla.
Piccolo e ingenuo, testone e permaloso, superbo ed egoista. Questo sono.
E Lei invece è piena zeppa di difetti, potrebbe comportarsi meglio con me, potrebbe mitigare un po', essere più comprensiva, capirmi, comprendermi, toccarmi, coccolarmi, seguirmi, ascoltarmi, amarmi. Potrebbe molte altre cose, potrebbe essere perfetta, come vorrei io, come la Gioconda di quell'artista.
Invece, guardi quel blu. Più belli delle stelle roteanti nel dipinto di quel tale genio impazzito.
Ma l'amore di per sè è perfetto? Genera perfezione? Sicuramente genera sentimenti emozioni, passioni; genera apprensione, ansia, speranza, genera confusione e caos.
Ti accorgi, quotidianamente che Lei è molto meglio di te. Lei e solare, decisa, intelligente. Lei è anni luce diversa da te. Lei è perfetta, sei tu che devi migliorare. E questa distanza distrugge, svuota, sfianca.
Resta solo la speranza in questa spiaggia desolata, quella che si concretizzi la remota possibilità che un giorno, anche se lontano, possa finalmente essere tua, in rapporto pari, stabile, intenso.

Nessun commento:

Posta un commento